giovedì 10 marzo 2011

Nella nebbia

Aprire la portiera della macchina e venire investito dall'odore di fumo di una sigaretta che brucia accende una luce nell'archivio della mia memoria che poi si sviluppa e acquisisce lineamenti precisi con le prime centinaia di metri percorsi con il finestrino socchiuso da dove,come sempre,si ricicla l'aria e si scarica la cenere.Centinaia di volte quando fumavo.
Da questi odori e da queste sensazioni so,oggi,come si possano sviluppare ricordi attraverso linee imprevedibili e altrettanto perfette votate a ristabilire una connessione tra consapevolezza e il vissuto molto spesso negato o,se si preferisce,intuìto e non sviluppato istintivamente.
In queste esperienze durante le quali il tempo si deforma perdendo il suo stesso senso comune d'importanza e durante le quali,lavorando con immagini fantasiose lasciate libere di svilupparsi dall'interno di noi con un atto di fiducia incondizionata,si aprono imprevedibili,magnetici e paurosi abissi colmi di noi stessi tali da rodere la realtà e intaccare la certezza di esistere qui e adesso,materialmente e con forma,nell'individualità di una persona specifica con tanto di nome,cognome ed età.
Quale peso hanno,mi chiedo, gli attributi di un Tempo?
Da questa nebbia di dubbi emerge sorprendentemente e repentina un'intuizione sorta dal tocco della mano con una richiesta d'aiuto sussurrata gentilmente e che trascende il tempo,nient'altro che l'espressione di un Io che cerca di volteggiare secondo le regole del vento,libera da se stessa,nei flussi del Tutto,là dove non c'è distinzione.