mercoledì 16 maggio 2012

Vent

Le riflessioni di una serata ventosa conducono alla solitudine o se fosse un gesto sarebbe come accovacciarsi,abbracciandosi le ginocchia con lo sguardo all'orizzonte. Ci sono linee sulle mie montagne che diventano lame nere e perfette e tagliano il cielo blu e limpido del crepuscolo inoltrato nel momento della giornata in cui le prime stelle hanno già fatto il loro ingresso e sono molto brillanti. C'è vento forte da due giorni e mi porta via,lontano dalle voci,dai discorsi,dai comportamenti e da qualunque cosa si intenda per interesse.Ci sono solo correnti invisibili da seguire col corpo e con il pensiero ovunque vadano,consapevole che finiscono da nessuna parte perchè il vento si perde comunque. Dunque non parlatemi di nulla,specialmente di persone,perchè non vi sento.

sabato 5 maggio 2012

Simple Past

Sono profondamente legato alla pioggia dove per profondamente intendo un rapporto che affonda le proprie radici nel passato e che si protrae ininterrotto negli anni.La pioggia è quell'elemento che mi da tranquillità e stabilità in qualunque contesto vissuto lo metta ed in particolare è connesso a due immagini molto equilibrate nella loro emotività,della mia emotività:le mie due case. La prima è la Siberia in un giorno di pioggia intensa quando la casa di fianco non era ancora ristrutturata e ci si poteva mettere sotto il lungo balcone di lastre di sasso di quelli vecchio stile,ruvide e sconnesse,non modernamente levigate, e stare all'asciutto.Il terreno sotto i piedi era di quella consistenza che ha la sabbia marrone quando s'impregna di umidità senza essere bagnata direttamente mentre pochi metri più avanti,dove pioveva a cielo aperto,le pozzanghere si riempivano di acqua torbida e sapevi che se avesse continuato tutto il giorno ci sarebbe stato una specie di lago al posto della strada.Il grandissimo prato davanti alla casa era verde e alto quanto lo è in primavera,osservando però il particolare dei fili di erba leggermente ripiegati dal peso dell'acqua che mi davano l'impressione di un prato in qualche modo più soffice. In quella solitudine magica di me bambino ricordo come il suono della pioggia intensa diventasse più nitido e chiaro e di come nell'armonia di tutto quell'insieme,potessi isolare a piacimento il suono dell'acqua delle grondaie cariche,della rongia che continuava a scorrere,di una piccolissima cascata che precipitando da una tettoia colpisse una lamiera metallica e arrugginita,o il meraviglioso contatto della pioggia sulle fronde degli alberi e sul prato immenso. La seconda è Via Briona nelle serate in cui la pioggia seppur discretamente forte,mi permetteva di credermi immune alla malattia mentre ci camminavo attraverso.Il pavè lastricato diventava lucido e rifletteva, diffondendole più ampiamente, le luci gialle dei lampioni sospesi del centro storico,quelli fatti come vecchie lampade a olio.Ci camminavo solitario da piazza mercato a casa spegnendo la sigaretta poco prima che si svolgesse quella piccola curva che è percebile solo dopo anni di passeggio,sigaretta che vedeva il suo braciere impregnarsi d'acqua velocemente e la cartina inesorabilmente colpita in successione da alcune gocce,dopo che per alcuni brevissimi attimi sembrava che le fosse risparmiato questo supplizio.Ma la natura è natura e dopo pochi minuti di pioggia anche la miglior carta si disfa.In questa immagine ci sono pochi suoni,forse i passi,forse la sigaretta che si spegne,forse un gatto.C'è un certo silenzio,quello di una città che già dormiva mentre ancora camminavo verso casa. Questa sera piove e penso a quel passato.