lunedì 27 ottobre 2008

De week end (il lunedì sera)

E' stato un ottobre drammaticamente bello,caldo e assolato ma alla fine la pioggia è arrivata e s'è portata la nebbia come mantello facendo le strade lucide
in questi primi giorni brevi.Sera immediata.
Mi accompagna scivolando,gocciolando note, un pianoforte solitario assolutamente non rock.Mi sanguinano le gengive e il gusto non è cattivo.
Immagino gocce ematiche precipitare in un lavandino d'acqua fredda scomporsi in filamenti e riccioli e diventare verdi.Verdi sono certe sere di pioggia,verdi sono le gocce che sembrano linee veloci che non si possono evitare,senza temperatura e impatto hanno solo il colore.E' un sadismo cattivo.

(il pianoforte sta in "Dell'universo assente-Luciano Cilio)

sabato 11 ottobre 2008

Placebo-Black Eyed

venerdì 10 ottobre 2008

The concert in Central park

April come she will



A Heart in New York


Me and Julio down by the schoolyard

venerdì 3 ottobre 2008

Ottobre


Un venerdì di riposo inaspettato con ottobre iniziato silenzioso senza che me ne accorgessi o,meglio, senza che me ne accorgessi fin'oggi.
Nella tarda mattinata era ancora piuttosto brutto e non si capiva bene da che parte andasse la giornata,si sentiva solo un poco di vento.Alcune vicende del primo pomeriggio mi hanno alterato la percezione dello scorrere del tempo e mi sono perciò ritrovato a mezza costa su un declivio assolato quando erano le cinque,celebrate da campane vicine senza che la civiltà fosse nè distante nè dietro l'angolo.
Avevo il sole in faccia e il cielo era pulito,il vento cresciuto per spogliare i boschi dalle foglie e pascolare qualche bianca nuvola superstite e innocua.Nella piana d'Ossola scorrono due fiumi che in quel'ora e da quel posto erano argento lucente e le alte montagne in fondo avevano cime di nuova neve che si alzava in stracico velato e lungo,sospinta nel vuoto in danza,caduta in precipizio fino a rispiegar le ali per posarsi distante dove solo si può sognare.
La luce s'appoggia più dolce senza scollinare oltre gli spigoli tagliati netti e le ombre sono più lunghe;le montagne coprono così vaste aree di cui ne senti già il freddo ma,dove il sole illumina,si stende un tappeto che va dal giallo al rosso,uniforme e al tempo stesso vario.
Immaginate ricci di castagne a terra e che quella terra è umida e ne ha il colore:i passi vi affondano pochi millimetri in più e a me piace.

Il vento è sceso in basso e così la luce,è quasi sera.


(le immagini sono dell'anno scorso di un giro con un amico e sono sue)